Pubblicato nel giugno 2021
“La porta nel fiume”. Un progetto difficilmente ascrivibile a un solo genere letterario.
Manifesta connotati di un thriller, non ci sono dubbi che sconfini nella fantascienza, è anche un romanzo filosofico, ma stante alcune classificazioni codificate da analisti della narrativa potrebbe anche essere definito un romanzo tecnologico, dove però la tecnologia è depauperata della tecnica: qualche cosa di simile al latte senza lattosio.
La quarta di copertina recita:
Ezil e Adele non lo sanno, ma sono legati da un filo intrecciato in un istante vissuto su un altro pianeta, quando lui uccise lei prima di essere ucciso a sua volta. Un desiderio forte e indistinto di acqua che scorre li porterà ad incontrarsi lungo le rive del fiume Brenta e nulla potrà impedire loro di provare a ridisegnare un destino. Le loro azioni si muoveranno lungo territori regolati dalle grandi leggi che sottendono all’esistenza dell’universo e una voce che fa capolino ci spiegherà quali. Voce che accompagnerà il dito del lettore ad immergersi nel barattolo della marmellata della vita. Potrà farlo grazie a fonti davvero esclusive perché parte di una conoscenza cosmica. Se si rivelano essere personaggi in qualche modo bizzarri è perché la sapienza più raffinata non fa rima con ordine e linearità ma con fantasia e paradosso.
Ezil riuscirà a riprendere contatto con il suo passato? A scoprire che fu padre di una donna con la quale spendeva ore a interrogare un fiume, alla ricerca di voci e significati. Fiumi, veri ombelichi dell’universo, luoghi da rispettare come sacri, punti focali dove poter uscire dai propri confini.
La prima notizia pubblica risale al 10 aprile su FB.