Albero chi?
L’iniziativa è stata realizzata nei seguenti contesti:
In collaborazione con l’associazione Fantalica
Date:
21-22 Giugno 2019 presso il parco Fistomba; SHAMANICA Eco Fest – Edizione ZERO
27 aprile 2019 ore 18: Parco delle Farfalle, ass. Pegaso Via R. Bajardi 1b Padova -zona Mortise
28 maggio 2019 ore 19 Parco Città dei Bambini via Sant’Eufemia 13 zona Portello.
Progettazione e conduzione: Enrico Unterholzner
Lettura e recitazione: Giuseppe Savio 27 aprile, Eros Papadakis 28 maggio
Volantino: vai
Carattere e mitologia degli alberi
L’approccio dell’uomo al mondo vegetale e in particolare agli alberi è una questione complessa, dalle mille facce e mille interpretazioni. Parliamo di un rapporto che si è sviluppato seguendo
logiche completamente diverse e talvolta opposte. Se oggi la modernità “occidentale” tende a concentrarsi sulle applicazioni industriali oppure d’arredo esterno, nel passato, ma anche nel
presente, possiamo annoverare culture millenarie che hanno assegnato ad alcuni alberi, talvolta a tutti, ruoli sacri e mitologici.
Quindi parlando della relazione uomo albero si può individuare uno spettro di approcci i cui estremi potrebbero essere individuati nell’elemento d’arredo da una parte, la divinità dall’altra. In mezzo si possono individuare mille colori e sfumature: albero come ospite di ninfe o spiriti, casa degli dei, elemento descrittivo e simbolico del cosmo, essere vivente sensibile, altare naturale, elemento del bosco sacro, antenato degli uomini, solo per citarne alcuni.
Oggi, fuori dai clamori dei media, scoperte stupefacenti stanno ridisegnando il concetto di vegetale e quindi anche degli alberi. Emergono capacità di apprendimento, mimetiche adattive, di mutua solidarietà, di controllo di insetti “schiavi”, tanto per dirne alcune.
Non resta quindi che rifugiarsi in uno stupefatto e consapevolmente ignorante: “Alberi chi?” Ma se esiste ed è esistita una storia complessa del rapporto uomo-albero cosa si può fare qui ed oggi di utile? Innanzitutto, per quanto riguarda l’occidente in particolare, è riscoprirla, perchè la sconfitta dei culti cosiddetti pagani è stata accompagnata da una rimozione sistematica di segni e testimonianze. Non si tratta di promuovere il paganesimo, ma semplicemente far emergere una verità storica e protostorica. Uscire dal percorso scolastico pensando che certe affinità con gli alberi siano associabili a qualche tribù amazzonica o africana è un clamoroso vuoto culturale. L’uomo ha intessuto relazioni profonde con gli alberi praticamente ovunque e per decine di millenni, tra l’altro lasciando tracce di identità comuni, come per esempio la ricorrenza del numero 9 come numero rituale.
I riti celtici, norreni, germanici, “arborei” diffusi in tutta l’Europa del nord hanno resistito nella loro interezza fin oltre l’anno mille, in India tuttora il Budda si manifesta in un ficus millenario
vivo, culture cinesi diffuse pensano che gli alberi abbiano un’anima, in siberia la betulla è albero sacro. Sono parti di un mare culturale la cui estensione e complessità è impressionante.
L’iniziativa “Albero chi” andrà a raccogliere qualche bicchiere da questo mare e lo offrirà ai partecipanti e proverà a condirlo con qualche emozione, mettendo in campo un attore che eseguirà
delle breve letture. Aggiungerà un invito a ciascuno ad individuare la propria percezione del carattere di alcuni alberi. Operazione che potrebbe essere anche interpretata come un “gioco” dove la propria percezione sarà confrontata con quella del più noto scrittore di alberi e montagne in Italia: Mauro Corona.
Per quanto riguarda l’operazione di divulgazione della cultura mitologica e sacra sugli alberi leggeremo alcuni estratti dell’Edda di Sturlunson, poeta islandese del XII secolo, ci rifaremo
principalmente ai testi: “Mitologia degli alberi” di Jacques Brosse, “Dall’albero cosmico all’albero casa” di Tiziana Firrone, “Il più grande spettacolo del mondo” di Richard Mabey, “Le voci del
bosco” di Mauro Corona.
L’iniziativa è all’aperto e ci si sposterà di albero in albero, cosicchè se parliamo di “qualcuno” non lo faremo alle sue spalle da maleducati, ma di fronte, che anche lui senta.
Enrico Unterholzner